IL CREDITO DI IMPOSTA ALLA RICERCA

Il credito d’imposta per ricerca e sviluppo è giunto al terzo anno di prova nell’ordinamento italiano, infatti l’agevolazione è stata istituita con l’articolo 1, comma 35, della Legge 23 Dicembre 2014 n°190, ma si è potuta concretamente applicare alle aziende soltanto successivamente ovvero nell’anno 2015.

L’agenzia delle entrate inoltre nel 2016 ha dato dei chiarimenti sul credito di imposta per ricerca e sviluppo con la circolare n° 5/E, in particolare riguardo alle attività di ricerca agevolabile, alle categorie di costo agevolabili, alle modalità di calcolo dell’incentivo e agli adempimenti documentali.

Le attività di ricerca agevolabili sono:

la ricerca fondamentale che si definisce come lavori sperimentali o teorici svolti soprattutto per acquisire nuove conoscenze sui fondamenti di fenomeni e di fatti osservabili, senza che siano previste applicazioni o utilizzazioni pratiche dirette.

la ricerca industriale identificata nella ricerca pianificata o nelle indagini critiche miranti ad acquisire nuove conoscenze, da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi o permettere un notevole miglioramento dei prodotti, processi o servizi esistenti.

la ricerca sperimentale definita acquisizione combinazione strutturazione e utilizzazione delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica tecnologica e commerciale allo scopo di produrre piani o progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuovi, modificati o migliorati.

Le categorie di costo agevolabili sono:

personale altamente qualificato, ovvero in possesso di un titolo di dottore di ricerca , iscritto ad un ciclo di dottorato presso l’università italiana o estera, ovvero in possesso di un titolo di laurea magistrale in discipline di ambito tecnico scientifico come da classificazione Unesco Isced.

E’ incluso il personale con contratto di lavoro dipendente, il personale in rapporto di collaborazione con l’azienda che svolga la propria attività presso la struttura della stessa e gli amministratori con o senza contratto di lavoro dipendente.

-le spese sostenute per l’acquisto a qualunque titolo di strumenti ed attrezzature di laboratorio, cioè tutti quei macchinari strumentali utilizzati all’interno del processo di ricerca e sviluppo individuato.

contratti di ricerca qualora vi siano state spese sostenute per l’appalto a soggetti terzi indipendenti dall’attivita di ricerca e sviluppo aziendale.

competenze tecniche e privative industriali che comprendono personale con contratto di lavoro dipendente, con contratto di collaborazione e amministratori. Sono inclusi anche gli apprendisti e i lavoratori assunti con contratto di somministrazione.

Per il 2017 c’è la possibilità di recuperare i costi sostenuti dall’azienda per attività di ricerca e sviluppo riferiti agli anni di imposta 2015 e 2016, secondo le linee guida dettate dalla normativa e dalle circolari esplicative dell’agenzia delle entrate, sinteticamente mediante queste operazioni:

– raccolta delle spese riferite alle categorie di costo agevolabili anno per anno

-definizione dell’importo del credito di imposta per ricerca e sviluppo recuperabile da parte dell’ azienda e di competenza dell’anno di imposta 2015 e 2016.

-l’importo va poi certificato da un revisore legale dei conti o da una società di revisione legale dei conti.

-a questo punto l’importo del credito d’imposta può essere compensato in F24

L’importo va rilevato tramite dichiarazione dei redditi integrativa (imposta 2016) a favore e dichiarazione dei redditi integrativa ultrannuale (imposta 2015).

L’intervento del credito d’imposta per ricerca e sviluppo, dunque, è utile alle aziende italiane piccole, medie o grandi per l’abbattimento dei costi di ricerca e progettazione, allegerendo allo stesso tempo il carico fiscale delle imprese che investono in risorse umane e le formano.

Il termine di scadenza per usufruire del credito d’imposta per la ricerca e sviluppo è stato esteso al 2020 per le aziende il cui esercizio non è coincidente con l’anno solare, ossia per le aziende che chiudono i conti al 30 giugno.